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Nelle ultime settimane la vita di tutti noi è cambiata in modo repentino a causa del coronavirus, le scuole sono chiuse e impraticabili gli impegni quotidiani come il catechismo, gli sport e le attività extra scolastiche.
I genitori sono spinti ad usare la fantasia per non fare annoiare i bambini che si ritrovano comunque ad avere molto tempo libero, nonostante le video-lezioni e i vari compiti assegnati da maestri e professori.

Vi proponiamo qui di seguito diversi giochi per bambini da fare a casa per movimentare questa quarantena, di cui non sappiamo con certezza per quanto tempo avrà luogo. Non tutti hanno la possibilità di reperire materiali particolari per far svagare i bambini quindi abbiamo pensato di segnalarvi attività da poter fare con il minimo indispensabile.

Partiamo con i passatempi che si possono fare senza bisogno di nient’altro oltre alla propria voce.

Il primo è un gioco di domande e risposte, voi genitori porrete delle domande cercando di mettere in difficoltà i vostri bimbi che avranno un’unica regola: non usare mai la parola “perché” nella risposta. Ad esempio, una domanda potrebbe essere “Perché ti piace il cioccolato?” e una possibile risposta senza usare la parola “perché” potrebbe essere “credo che sia molto buono!”. Sarà utile per farli sforzare ad usare la loro fantasia facendo giri di parole e quindi aumentando anche il loro lessico e la loro soglia di attenzione.

Un altro gioco da fare può essere quello di creare una catena di parole che iniziano con la sillaba con cui finisce la parola precedente (casa-sasso-sogno-gnomo-mostro) mentre una scelta “all’aria aperta”, nei limiti del possibile, data la situazione causata dal coronavirus, potrebbe essere quella di affacciarsi al balcone e contare quanti quadrati, cerchi, triangoli o rettangoli si vedono nelle case di fronte, oppure fare lo stesso gioco però con i colori che potete vedere.

Un’altra soluzione alla noia potrebbe essere quella di pensare a un oggetto e farlo indovinare ai bambini che dovranno fare domande a cui si potrà rispondere solo con sì o no. Ad esempio, se l’oggetto a cui stai pensando è un’arancia allora le domande e risposte potrebbero essere:

È grande? No.
È piccolo? Sì.
Si mangia? Sì.
È una verdura? No.

E così via finché non indovinano!

Potete passare poi alla famosissima morra cinese, o meglio: sasso-carta-forbice, dove non c’è bisogno di altro che le proprie mani.

Altri giochi da poter fare con il minimo indispensabile sono quelli dove basta utilizzare carta e penna e qui potrete sbizzarrirvi: il tipico nomi-cose-città, in cui potete aggiungere e variare le regole a vostro piacimento, come ad esempio aggiungendo 10 punti al primo che completa tutte le caselle, oppure rendendo il gioco più divertente inserendo categorie interessanti per i più piccoli, come i nomi dei protagonisti dei cartoni animati; potete passare poi a giocare a battaglia navale, basterà creare una tabella con lettere in verticale e numeri in orizzontale, disegnare le proprie navi e cercare di affondare quelle dell’avversario prima di essere sconfitti! Inoltre, potete sbizzarrirvi con il gioco dell’impiccato oppure rilassarvi con qualcosa di più semplice ma bello allo stesso tempo: tris.

Infine, vi proponiamo il gioco dei post-it, che è molto divertente e simpatico: ognuno di voi scriverà su un post-it, senza farsi vedere dagli altri, una parola da far indovinare ad un’altra persona, potrà essere un oggetto quotidiano, un personaggio famoso o conosciuto dalla famiglia. Dopodiché appiccicherete il post-it sulla fronte di chi è alla vostra destra e ogni giocatore, a turno, potrà fare una domanda per indovinare la sua parola. Alle domande potrete rispondere solo sì e no e chi indovina per primo ha vinto!

Speriamo che questi consigli possano esservi utili per alleggerire questa situazione pesante e stressante che la quarantena porta con sé.

In questi giorni in cui la situazione paradossale causata dal coronavirus crea stati d’animo di ansia e paura, la cosa migliore da fare è tenersi impegnati e la difficoltà aumenta per quei genitori che si ritrovano in casa con i propri bambini, infatti il rischio più alto è proprio la noia.

Oggi voglio proporvi un gioco che divertirà sia i più grandi che i più piccoli. È uno degli intrattenimenti più antichi del mondo: la caccia al tesoro. Per rendere il gioco più movimentato, e non la semplice ricerca di un oggetto nascosto per la casa, vi consiglio di organizzare delle prove che i bambini dovranno superare per arrivare a quella finale, dove un indovinello suggerirà loro il luogo nel quale trovare il tesoro. Vedrete che nell’organizzare il gioco e le varie prove da superare anche voi genitori vi divertirete e riuscirete a distrarre per un pochino la vostra mente da brutti pensieri.

Innanzitutto, vi consiglio di scegliere un tema che sarà il filo conduttore di tutto il gioco: se ai vostri figli, ad esempio, piace il mondo dei pirati, la vostra casa può trasformarsi in una nave tutta da esplorare! Il vostro ruolo nel gioco sarà attivo perché dovrete far sostenere le prove ai bambini, quindi potreste anche travestirvi e, questo caso, basterà una benda su un occhio. Vi proponiamo alcune prove che potrebbero essere divertenti ma potrete usare la vostra fantasia per crearne di diverse.

Le prove da superare potrebbero essere 4, così da far durare il gioco il giusto tempo.

Preparate la prima prova e munitevi di due bacinelle, una piena d’acqua e l’altra vuota, posizionatele distanti l’una dall’altra e create degli ostacoli nel tragitto (con sedie, sgabelli, ecc.), i bambini dovranno travasare tutta l’acqua da una bacinella all’altra con un mestolo, collaborando tra di loro e usando sempre una sola mano, il tutto nel minor tempo possibile.

Per la seconda prova vi serviranno solo una benda, carta e penna. Un bambino dovrà disegnare, da bendato, un oggetto che gli suggerirete voi all’orecchio e l’altro dovrà indovinare di quale oggetto si tratta, anche qui potete alternare chi disegna e chi indovina e potete ripetere la prova 4 o 5 volte.

La terza prova potrà consistere nell’indovinare i cibi attraverso l’olfatto, ovviamente coprendo la vista dei vostri piccoli. Preparate ciotole o bicchierini con gli alimenti che trovate in casa: caffè, limone, cannella, rosmarino, basilico e divertitevi anche cercando di fargli indovinare l’acqua che, essendo inodore, li metterà in difficoltà!

L’ultima prova potrebbe consistere nell’imparare una filastrocca a memoria o nel trovare 30 parole che inizino con la stessa lettera.

Dopo aver superato l’ennesima sfida preparate un indovinello che si riferisca alla stanza della casa in cui avete nascosto il tesoro. Potrebbe essere un dolce cucinato da voi o semplicemente un oggetto da trovare che ponga fine al gioco (potete cuocere un uovo sodo e accartocciarlo nella carta argentata ed essendo piccolo, sarà più facile da nascondere). Godetevi la gioia dei bambini che saranno elettrizzati dopo aver incontrato il tesoro e aver superato tutte queste sfide!

Una caccia al tesoro è un ottimo modo per combattere, allontanandolo dai nostri pensieri, questo onnipresente coronavirus!

Vi è piaciuto l’articolo sulla caccia al tesoro? Avete provato a farlo? Se oramai vi siete stufati o volete semplicemente provare altri giochi e attività da fare a casa siamo qui per proporvi nuove idee!

Ti sei promesso che avresti visto l’intera trilogia del Signore degli Anelli, che saresti tornato a leggere i classici dell’infanzia con i tuoi bimbi, o che avresti letto più spesso in inglese? È ora di agire!

Giochi da tavolo: riscopri i tuoi giochi preferiti o tira fuori quelli che hai ricevuto in regalo l’anno scorso e che sono ancora nuovi. Altrimenti, ordina quelli che ti interessano – troverai sicuramente qualcosa di divertente da giocare tra i tanti giochi sul mercato!

Creatività: che i tuoi figli abbiano una spiccata creatività o meno è l’ora quanto meno di scatenare la loro innata fantasia! Dalla pittura ad acquerello ai colori a tempera, passando per le sculture in argilla o in gres, ai collage. Si possono fare timbri con la frutta e la verdura tagliata, con i tubi di carta igienica o con tappi di bottiglie su cui incollare formine di gomma. Le possibilità di sperimentare sono infinite! Ne parleremo presto in un articolo dedicato.

Scrittura: provate a proporre ai vostri figli di scrivere poesie, canzoni comiche, storie divertenti o demenziali. Ridere è sempre un’ottimo mezzo per elevare gli animi!

Film e serie TV: arrivata la sera possiamo concederci una pausa dai giochi e stare tutti insieme sul divano a guardare una serie TV o un film adatto a tutta la famiglia.

Allenamento: i social media sono pieni di esercizi che si possono fare a casa con un minimo di attrezzatura. Potete anche ordinare DVD di lezioni di yoga, Pilates e aerobica di ogni tipo per mantenervi in forma. Per voi ma anche per i vostri bimbi.

Canto: non c’è bisogno di un falò per cantare insieme! Prendete la chitarra dalla polverosa fodera, oppure cercate dei brani sul web da cantare sotto forma di karaoke, e divertitevi in quella che è da sempre una delle più belle forme di stare insieme.

Cucinare, assemblare puzzle, lavorare a maglia, riorganizzare le camere da letto, organizzare una sfilata di moda in salotto… ci sono più modi di passare il tempo senza uscire di casa di quanto si possa pensare. Usa la tua immaginazione!

Nei prossimi articoli racconteremo di altri giochi e attività da fare a casa in questo periodo che ci costringe a non uscire per colpa del coronavirus.

Tra tutte le venature della nostra società che il virus sta portando alla luce, vengono messe in risalto anche le incredibili peculiarità dei più piccoli, che ci mostrano come è possibile vincere la paura anche senza assicurarsi di seguire i notiziari nazionali tutti i giorni.

A tal proposito, è importante che al bambino venga ora stabilito il suo ruolo nel particolare momento che stiamo tutti vivendo: dove è già possibile sperimentare un sentimento di impotenza da parte degli adulti, è bene che il bambino trovi un significato in questa esperienza, perché sarà attraverso tale significato che andrà, poi, ad analizzare la realtà.

Partiamo però da due interessanti storie, una fantastica ed una realmente accaduta, utili alla comprensione di quello di cui si vorrà parlare.

Economia Collaborativa. Nella soleggiata città californiana di San Francisco, corrono gli anni 2000 e si sta diffondendo una tendenza che andrà a riscrivere le normali abitudini di molti privati. La moda è sostanzialmente questa: hai qualcosa che non utilizzi, tipo una macchina, una casa, una speciale capacità, del tempo? Mettilo a disposizione di qualcuno per qualche dollaro. Da questa trovata, nascono i vari Uber, AirBnb ed altri, non a caso proprio in quegli anni, non a caso proprio a San Francisco. Semplici app attraverso le quali è possibile sperimentare quella che poi sarebbe stata ribattezza come “Sharing Economy” o “Economia collaborativa“, cioè un patto tra singoli e privati cittadini di inter-scambio di beni materiali e non.

La grande Sfera Genkidama. Nel celebre manga giapponese Dragon Ball, il carismatico protagonista son Goku, esplora il mondo alla ricerca di sette sfere, gemme in grado di evocare un drago capace di esaudire un desiderio. Dello speciale universo descritto, fanno parte i Saiyan, una popolazione di guerrieri destinati biologicamente alla lotta, tra i quali vi è annoverato lo stesso Goku. Tra le tecniche più memorabili del Saiyan Goku, vi è quella della sfera Genkidama, una potente sfera di energia spirituale, che solo quest’ultimo può generare grazie all’aiuto solidale di tutti gli abitanti del pianeta terra, a cui viene richiesto dal protagonista di stendere le braccia al cielo, per contribuire alla potenza della sfera.

Cosa è possibile imparare da queste due differenti storie?

In questi giorni, tutti i cittadini stanno seguendo i numeri del contagio e probabilmente ci si chiede come, nel piccolo, da non-eroi in prima linea, sia possibile sostenere la macchina socio-sanitaria. Hanno allora inizio solidali campagne di raccolta fondi a favore di ospedali e associazioni para-mediche, nonché compatti movimenti di solidarietà ai più deboli, agli anziani, ai poveri, tutto di matrice privata, cioè del singolo cittadino che sceglie di essere d’aiuto in un momento così critico.

Questa compartecipazione, diventa allora rappresentativa del concetto di economia collaborativa di cui si parlava, poiché stabilisce un nuovo modo di concepire l’altro e, soprattutto, il proprio “io” per l’altro.

Una simile nozione è fondamentale per la costituzione della qualità di pensiero del bambino, che già nell’età compresa tra i 4 ed i 5 anni non è più soddisfatto nell’accogliere gli eventi passivamente, ma tenta di comprendere autonomamente il mondo intorno a sé.

È molto importante che lo si lasci esplorare nella sua fame di conoscenza, perché possa iniziare a costruirsi in lui la capacità di giudizio morale, che porterà poi a distinguere più facilmente il bene e il male nella vita adulta.

Non solo.

Tutta la sua intelligenza è predisposta alla comprensione del reale, che desidera conoscere ardentemente attraverso una visione d’insieme: il bambino vuole comprendere l’universo e il suo funzionamento, e questa tendenza lo rende un filosofo di tenerissima età, che attraverso l’astrazione e l’acquisizione di assunti mentali, cioè concetti e teorie, categorizza il mondo intorno a sé e procede con un’analisi di pura logica degli eventi.

Ma come poter investire in questa sua capacità, durante un simile momento di calamità?

Attraverso l’immaginazione.

Il bambino ha in sé una innata capacità intuitiva e non conosce ancora il reale, quindi lo idealizza, lo immagina, lo sogna, dimostrando grande affinità con l’astratto.

Proprio per questo, tra le sue passioni preferite, si possono annoverare giochi di fantasia e racconti fiabeschi, che narrano di scenari incantati ed esperienze immaginarie, perché è nelle storie di senso che il bambino acquisisce quei significati e quelle rappresentazioni, nonché la consapevolezza dei propri stati d’animo e dei propri sentimenti, che andranno a disegnare le mappature emotive con cui comprenderà la vita.

Ma per assicurarsi che questo accada, è necessario che il bambino sperimenti un processo di identificazione con i personaggi e con gli eventi della narrazione: la capacità catartica ha effetto solo nel momento in cui il bambino può contestualizzare il racconto, cioè può inserire il significato di quel racconto in un contesto ben determinato, ad esempio nello scenario che sta vivendo.

Perché, allora, non spiegare come anche lui possa essere un eroe oggi?

Il suo ruolo è quello di rispettare un ordine superiore, un richiamo che viene da molto lontano, che ha una voce distante e sconosciuta ma che riecheggia risoluta e precisa, rievocando i significati delle due storie raccontate: la vera forza, non proviene dall’abilità del singolo, ma dalla compartecipazione di ognuno.

Tutti alzano le mani al cielo, la sfera Genkidama inizia a prendere forma.

Giacomo Grassi

giacomo.grassi23@gmail.com

Sono da poco uscite le date dei summer camp Juventus, anche quest’anno svolti nelle località di: Palermo, Chianciano Terme, Vinovo, Sestriere, Folgaria, Castel di Sangro a cui si aggiunge il summer camp in Inghilterra, nel West-Sussex, per chi desidera unire l’esperienza calcistica con lo studio della lingua inglese.

 Aperti a tutti i ragazzi e le ragazze con età compresa fra gli 8 e i 17 anni, i summer camp sono un’occasione unica per migliorare le performance calcistiche con il Metodo Juventus ed uno staff tecnico che conta professionisti di altissimo livello.

Le ragazze potranno partecipare al camp estivo che si terrà  a Chianciano Terme dal 26 luglio al 1 agosto, con un programma speciale, dedicato specificamente alle ragazze, a testimonianza di come la Juventus continui a puntare forte sullo sviluppo e il potenziamento del calcio femminile.

La giornata tipo prevede esercitazioni tecniche individuali con il pallone e altre tattiche mirate al gioco di squadra, con un programma di allenamento specifico per i portieri. Non mancheranno i momenti ludici e altre sfide sportive, per rendere l’esperienza divertente e socializzante.

A tutti i partecipanti è inoltre garantita un’ora di lezione di inglese al giorno.

I summer camp sono conformi al Bando Estate INPSieme, che permette ai dipendenti statali di richiedere contributi per finanziare soggiorni estivi e vacanze studio per ragazzi e ragazze.

Visita la pagina dedicata ai campi estivi calcio e cerca i summer camp Juventus!

Coronavirus: Il bambino intelligente.

Come abbiamo avuto modo di trattare nel precedente articolo “Coronavirus: come iniziare a vincere la paura”, è necessario coinvolgere i bambini in questo particolare momento storico, affinché non sperimentino un vissuto di angoscia inconsapevole.

Perché si è parlato di angoscia e non di paura?

Come ci spiega il noto filosofo e antropologo Umberto Galimberti, vi è una netta distinzione tra angoscia e paura: la paura è un importante strumento di autodifesa, che permette all’individuo, dinnanzi al pericolo, di attuare un’azione funzionale al fronteggiamento del rischio.

Esempio: si deve insegnare al bambino che il fuoco brucia e che deve fare attenzione nell’avvicinarcisi, per non incorrere in pericolose scottature, con successive corse in ospedale.

L’angoscia, invece, è un sentimento di ansia dovuto a motivazioni non ben specificate, perché si percepisce un rischio indeterminato: non è identificabile l’oggetto dal quale ci si deve difendere e, quindi, si prova una inquietudine spesso irrazionale.

Esempio: sappiamo di correre il rischio di contrarre il Coronavirus, ma non sappiamo come possa avvenire questo contagio, da chi o cosa fare attenzione e, nello specifico, quali attività evitare.

Si prova angoscia e, di conseguenza, la provano i bambini.

Le domande che probabilmente sorgono spontanee in questo momento sono tre:

Queste domande, apparentemente banali, possono in realtà fare la differenza tra la razionalizzazione di un vissuto per il bambino, cioè la presa di coscienza su un ordine di eventi, e la permanenza in uno stato di terrore indeterminato, che non permette, nemmeno ai genitori, di godere dei tempi e degli spazi che il virus ha restaurato nelle case, dove ci si ritrova tutti insieme per un mese intero.

Angoscia e Paura. Alla nascita, i bambini non hanno paura di niente e questo è tra i principali motivi per cui bisogna accudirli attentamente. Non hanno paura di niente perché non conoscono ancora il reale e tentano di comprenderlo attraverso l’ambiente in cui vivono e crescono, sotto la premurosa guida dei genitori. Quello che i bambini vivono, differentemente dagli adulti, è l’angoscia di non saper fronteggiare la realtà senza i punti di riferimento, che sono ovviamente, in prima istanza, i genitori. Durante tutta l’infanzia, viene infatti suggerito ai genitori di manifestarsi empatici, cioè capaci di calarsi nei panni del bambino, attenti alle sue emozioni e rassicuranti, affinché il bambino sviluppi sicurezza e fiducia in se stesso, anche dinnanzi alle calamità.

Come spiegare il virus. In questi giorni, se si dovesse eseguire una rapida ricerca nel web, si potrebbero facilmente rintracciare molte storie, scritte e raccontate da insegnanti, che tentanto di spiegare ai propri piccoli alunni l’emergenza che stiamo vivendo. Non a caso, è possibile notare la scelta stilistica delle/gli insegnanti, che ricorrono alla fiaba per narrare, anche scientificamente, cos’è il Coronavirus e come poterlo evitare. La fiaba ha un’importante valenza catartica per i bambini, cioè consente al bambino di immedesimarsi nel racconto e sperimentare l’esperienza del racconto stesso, pur non vivendola in prima persona. La fiaba, però, deve essere vicina al vissuto del bambino, deve riguardare dei contenuti che il bambino ha già fatto propri. Ecco perché, se si dovesse essere a corto di idee, ci si potrebbe confrontare con le/gli insegnanti dei bambini, che sicuramente sapranno consigliare il tema più appropriato per la narrazione.

Quali le conseguenze a cui si va incontro. Partiamo da un importante presupposto: è possibile notare un’emergenza di un sé funzionale nei bambini, cioè una coscienza di se stessi presenti nell’ambiente, già intorno ai sei mesi. Questo significa che i bambini, contrariamente a ciò che spesso si può pensare, hanno la capacità di comprendere quello che succede intorno a loro, soprattutto perché è consigliabile abituarli a delle routine di consuetudine. I bambini più grandi poi, essendo di natura molto curiosi, avanzeranno subito la domanda del perché non si va a scuola, per quale motivo i genitori sono a casa o, più banalmente, a cosa servano le mascherine, se sono un semplice gioco o protezione. I genitori, a questo punto, non possono tenere nascosta la questione e devono dire la verità, per non rischiare l’insorgere di disfunzioni nella logica del bambino che, come precedentemente detto, analizza il reale attraverso i genitori, che diventano il primo metodo di conoscenza della realtà.

I bambini sono altamente intelligenti grazie alla loro profonda e caratteristica intuitività, essendo abituati a ricevere informazioni dalla totalità di ciò che li circonda.

E in un momento in cui siamo richiamati ad essere veramente gli adulti, non sottovalutiamo la loro perspicacia.

Giacomo Grassi

Ormai è ufficiale: le misure contro il Coronavirus saranno ristrettissime per i prossimi dieci giorni o addirittura per tutto il mese di Marzo.

È stata data ordinanza di chiusura per le scuole di ogni ordine e grado ed alcuni servizi pubblici non sono tenuti a prestare servizio, se non con le dovute precauzioni.

L’italia e il mondo intero assistono attentamente alle evoluzioni del contagio, preoccupandosi che il Coronavirus possa diffondersi in maniera irrecuperabile e compromettere salute e abitudini.

Sin dai primi momenti, le indicazioni segnalate da tutti i governi internazionali erano principalmente quelle di evitare situazioni di sovraffolamento e mantenere delle pratiche d’igiene di consuetudine, così da scongiurare di contrarre la malattia attraverso il contatto con occhi, naso e bocca.

Nessuno poteva immaginare, circa un mese fa, che la situazione Coronavirus si sarebbe così rapidamente evoluta fino ad arrivare, oggi, alla realtà che le nostre città conoscono, di musei e cinema chiusi, di mostre e mercati fuggiti, di scuole ed università sbarrate.

Ma in uno scenario così tremendamente descritto, altri sono i luoghi che sicuramente vivranno una anticipata primavera, che potranno accogliere senza riserva tutti i suoi appartenenti: le nostre dimore.

È lecito chiedersi se, nella ricostituita condivisione di spazi e tempi di una intera giornata, una famiglia riscontri difficoltà nel ritrovarsi improvvisamente e per un tempo non determinato, a vivere secondo disposizioni d’emergenza?

Perché una forzata conseguenza del Coronavirus, potrebbe essere quella di sperimentare una immobilità ormai abbandonata, dimenticata e soprattutto mai conosciuta dalle nuove generazioni. Affrontare la continuità di una condizione invariabile fino ad un eventuale contrordine, può provocare disagio e insofferenza, ma se si accogliesse questo tempo come un’opportunità per riscoprire quelle abitudini semplici e caratteristiche, che legano le famiglie attraverso attività tradizionali e canoniche, si potrebbe avere una differente e più sana interpretazione del particolare momento storico.

Allora perché non approfittare delle giornate a disposizione per vincere la paura Coronavirus, attraverso attività ludiche che interessino grandi e piccoli e che aiutino a maturare un vissuto emotivo non di angoscia inconsapevole, ma di vicinanza e solidarietà?

Una passeggiata, la visione di un film, la lettura di un libro in comune, tutti semplici esercizi contro il terrore del contagio, che compongono un allenamento sano per superare il Coronavirus senza scartare il benessere dell’affetto.

Coronavirus è prevenzione e restrizione: non permettiamo diventi distacco e disamore.

Giacomo Grassi

Sei bloccato per idee su come andrai a spendere la prossima estate? Una scuola estiva nel Regno Unito, combinata con l’apprendimento della lingua inglese, non è solo un grande divertimento, ma una fantastica opportunità per fare nuove amicizie, sviluppare la tua fiducia e portare via i ricordi per durare una vita! Ecco i nostri 6 principali motivi per prenotare una scuola estiva nel Regno Unito.

# 1 Sviluppa le tue abilità di lingua inglese

Le vacanze studio nel Regno Unito sono state progettate affinchè tu possa immergerti nella cultura e nella lingua inglese. Studierai con insegnanti di inglese pienamente qualificati, in classi ordinate per abilità in modo da ottenere il massimo dal tempo di insegnamento interagendo con i tuoi compagni di classe di tutto il mondo. Potrai goderti momenti di relax attraverso gite ed escursioni che ti permetteranno di massimizzare la tua esperienza estiva! 

# 2 Assaggia il cibo britannico

Una delle cose migliori di andare a studiare in UK è la possibilità di assaggiare un cibo diverso da quello a cui sei sempre stato abituato! Sapevi che il piatto nazionale del Regno Unito è ora un Curry? Durante la tua vacanza studio avrai la possibilità di provare più cibi tradizionali britannici, per esempio in occasione del  Fish n ‘Chip Friday! O non vedrai l’ora che arrivi il tradizionale Sunday Roast Dinner con Yorkshire Pudding e una generosa porzione di salsa! Forse il tempo diventerà abbastanza caldo per gustare un delizioso gelato alla Cornovaglia o una matura fragola inglese con la panna montata. Londra è una delle città più multiculturali del mondo e avrai la possibilità di provare tantissime cucine diverse!

# 3 Prova gli sport britannici

Potresti non aver avuto la possibilità di provare alcuni sport britannici prima di partecipare ad una vacanza studio, le attività propposte dalla maggior parte degli enti organizzatori che troverai su Fuoriclass ESTATE sono pensate per farti coinvolgere in alcuni degli sport degli scolari inglesi. Prova il Rounders: è come Baseball ma molto più divertente! Scopri cosa sono il Wicket, Over, Maiden, Googley, Stumps e Silly Mid-Off quando entrerai in una partita di Cricket, il vero sport dell’estate inglese.

# 4 – Sperimenta una buona giornata di sport estivi vecchio stile

Una giornata sportiva vede gli studenti gareggiare bilanciando un uovo su un cucchiaio e salendo verso la gloria in Sack Race! Se sei veramente veloce, davvero forte e veloce, potresti scoprire di essere una futura stella del rugby. 

# 5 – Divertiti prendendo parte alle varie attività proposte

Sei un provetto cantante a cui piace cantare di fronte alle folle? Cerca la vacanza studio che fa per te! Molte di esse prevedono attività ricreative quali il karaoke, ottima occasione per praticare l’inglese cantando le tue canzoni preferite. Forse preferisci disegnare, costruire o creare cose? Divrse vacanze tudio prevedono attività artistiche e artigianali, che saranno un ottimo modo per esercitarti a lavorare in gruppo e mostrare il tuo spirito creativo in un ambiente divertente e competitivo! Se ami la pista da ballo, troverai vacanze studio che organizzano serate in discoteca!

# 6 – Esplora il Regno Unito nelle nostre Escursioni

Il Regno Unito ha qualcosa per tutti, è possibile integrare tutto il divertimento e il divertimento delle lezioni e delle attività nel campus visitando antichi siti storici come Stonehenge, edifici storici dell’Università di Oxford e Cambridge, città fresche e culturalmente ricche come Bristol e Brighton o prendere il tempo di sperimentare i luoghi imperiosi e iconici di Londra.

 Quante volte negli ultimi anni ci hanno detto dell’importanza di conoscere l’inglese? Una delle conseguenze dell’alta disoccupazione nel nostro paese è che molti giovani italiani cercano lavoro all’estero.  Tuttavia, coloro che prendono la decisione di lasciare il paese in cerca di maggiori opportunità, devono affrontare un ostacolo significativo: la loro mancanza di conoscenza dell’inglese.   

Qual è la riflessione nelle statistiche sulla conoscenza dell’inglese in Italia?    Secondo un’indagine condotta dall’Ef in 63 Paesi: siamo al 26esimo posto nel mondo.  Lo strumento utilizzato è l’Indice di Conoscenza dell’Inglese Ef Epi, (messo a punto da Ef Learning Labs, divisione dell’azienda che si occupa di corsi e viaggi studio per l’apprendimento delle lingue straniere), che testa 750 mila adulti in 63 Paesi secondo una scala che è allineata al Quadro Comune di Riferimento Europeo per le Lingue Straniere: l’alto livello di competenza corrisponde al livello B2; i livelli di competenza buono, medio e basso corrispondono al livello B1. La competenza molto bassa corrisponde al livello A2.

La padronanza dell’inglese resta un indicatore fondamentale della competitività economica di un Paese ed è fortemente correlata al reddito, alla qualità della vita, alla facilità di fare impresa e di competere sui mercati internazionali. I paesi dove il livello è medio-basso, sono anche spesso quelli in situazione di stagnazione o recessione: Francia, Spagna e Italia, per esempio.   D’altra parte, questo studio ha anche concluso che la conoscenza e l’uso dell’inglese è più comune tra le persone con un’istruzione superiore e coloro che hanno studi universitari in contrasto con l’istruzione secondaria.     

Quanto è importante la prima educazione nell’acquisizione della lingua?   Data la grande importanza che ha la lingua inglese all’interno del  campo socio-educativo, possiamo dire che le generazioni future avranno abbastanza capacità di comunicazione per lavorare fuori dell’Italia.    E’ un fatto che sempre più bambini siano sottoposti a stimoli di tipo anglofono in misura sempre maggiore, dalle canzoni in inglese ai cartoni animati in lingua originale. Queste abitudini stanno creando un terreno fertile perfetto affinché da ora in poi la loro formazione ed evoluzione in inglese possa crescere.   

Quali sono i punti deboli del nostro modo di imparare l’inglese?   Sappiamo tutti che per coloro che hanno studiato l’inglese durante l’istruzione primaria, il punto di forza è senza dubbio la grammatica e questo è dovuto al fatto che l’istruzione obbligatoria è molto più focalizzata sulla lettura e sulla grammatica che sul parlare.

Una conseguenza di ciò è che la pronuncia è raramente un punto di forza tra gli italiani. Anche se è vero che per un inglese l’accento italiano (quando usa l’inglese) è molto forte, per loro è solitamente più comprensibile che capire un forte accento francese e persino portoghese. Naturalmente, la pronuncia può causare una notevole difficoltà per l’ascoltatore e senza una buona dizione, la comprensione di una lingua diventa un compito arduo. Se consideriamo anche che gli italiani spesso hanno una comprensione molto al di sotto delle loro altre competenze, ciò che rimane è che la comunicazione diventa piuttosto complicata.   Tuttavia, non tutto è perduto con l’inglese, qui vi lasciamo alcune idee che possono essere utili per ristabilire l’equilibrio in quelle aree della lingua che vi è più sfortunata:    

Come rendere la comunicazione in inglese un punto di forza per vostro figlio?   

1.     ASCOLTARE, ASCOLTARE E ANCORA ASCOLTARE:  Cercate programmi radiofonici e telelevisivi in inglese, anche se i vostri figli non stanno ascoltando attivamente, terranno in allenamento le orecchie.  Dimenticate film e programmi tradotti. Fateli provare nella loro versione originale. 

2.     PRATICA GIORNALIERA  Fate un piano di studi per i vostri bambini e decidete quanto tempo essi dovranno dedicare alla settimana. Dovete stabilire una routine. 

3.     CREARE DEGLI OBIETTIVI Date ai vostri bimbi un obiettivo a lungo termine e fate in modo che siano concentrati sul lavoro per raggiungerlo. 

4.     GUADAGNARE DAGLI OBIETTIVI Create anche dei piccoli obiettivi a breve termine, in modo tale che possano godersi la ricompensa di averli raggiunti. 

5.     INSEGNATE IL GUSTO Create un ambiente in cui vuoi è piacevole imparare e trasformate il “dover studiare” in “piacere di studiare”. 

6.     FUORI DELLE TRADUZIONI LETTERALI Fate in modo he i vostri piccoli non traducano in inglese direttamente, ma fate in modo che provino a pensare in inglese! 

7.     CANTARE, CANTARE, e ANCORA CANTARE Imparare le canzoni in inglese aiuta a migliorare la fluidità e l’intonazione. 

8.     REGISTRATE LA VOSTRA VOCE A nessuno piace sentire la propria voce, ma è importante! Registrate la loro voce e fate loro ascoltare la pronuncia e l’intonazione. Ciò li aiuterà a identificare le aree problematiche. 

9.     NON  ARRENDERSI MAI Occorre insegnare un atteggiamento positivo, spiegando che sbagliare fa parte del percorso

10.   ESTATE e VACANZE  L’estate in primis ed in generale le vacanze sono un’occasione perfetta per migliorare l’inglese! Iscrivete i vostri figli ad un campo estivo in inglese, anche se ha già partecipato l’anno precedente, c’è sempre da imparare!

Per regalare ai vostri figli una vacanza da sogno la scelta giusta è un campo estivo o una vacanza studio all’estero, in quanto non sarà solamente una vacanza, ma un vero e proprio percorso formativo.

La scelta è davvero vastissima, si può scegliere un camp vicinissimo a casa o uno lontanissimo in uno stato straniero, a voi la scelta!

I campi estivi in Italia sono tantissimi, dislocati nelle varie regioni e con i temi più vari.

Se vostro figlio ancora non se la sente di andare lontano da casa, ma vuole approfondire la sua conoscenza della lingua inglese ci sono tantissimi summer camp con insegnanti madrelingua sul territorio italiano!

Gli amanti del mare e dell’avventura non possono perdere il nuovissimo campo estivo Inglese in Vela, il summer camp nautico in inglese organizzato da British Institutes Roma Salario e Enjoy Sailing.

Questo fantastico summer camp permette di vivere una full immersion in lingua inglese nel mondo della vela, a bordo di yacht di 13-17 metri. I ragazzi parteciperanno ad una vera e propria crociera presso le Isole Flegree e la Costiera Amalfitana, in cui impareranno le nozioni basilari della vela, il comportamento di bordo e come condurre una barca, in un ambiente divertente e stimolante, nella massima sicurezza possibile.

Ma attenzione, perché Inglese in Vela non è un semplice campo estivo di vela, ma molto di più! Troverete un corso di lingua inglese, un corso di vela, un campo sportivo per ragazzi, un’avventura in mezzo al mare in totale sicurezza, una fonte di divertimento e socializzazione con gli altri ragazzi, un modo per scoprire le bellezze della natura e come preservarla, tanto gioco e spirito di squadra.

Insomma un’occasione da non perdere, andate sul sito di Inglese in Vela e scoprite tutte le offerte per i vostri figli!

Per chi invece preferisce la montagna del nord Italia potete dare un’occhiata al Summer Camp in Terre Alte che offre ai ragazzi dai 7 ai 14 anni la possibilità di partecipare ad un progetto educativo elaborato per facilitare l’apprendimento della lingua inglese con insegnanti madrelingua e bilingue. Oltre alla lingua straniera i giovani potranno approfittare delle tantissime attività all’aria aperta, come escursioni, cartografia, osservazioni naturalistiche, ma anche svolgere attività indoor, quali disegno, conversazioni in lingua, giochi di ruoli e moltissimi altri giochi sempre in lingua inglese.

Le location scelte dal Summer Camp in Terre Alte sono molto suggestive e si trovano tutte sulle Alpi, per godere appieno il piacere della montagna in estate.

Si può scegliere tra il Rifugio Guido Rey ad Oulx (TO), il Rifugio W. Jervis, situato in una bellissima valle in Alta Val Pellice (TO), il Rifugio Guido Mizio, a Ceresole Reale (TO) ed il Rifugio Amprimo a Bussoleno (TO).

La scelta di ospitare il campo estivo in queste strutture ricettive in alta montagna è pensato proprio per regalare ai ragazzi un’esperienza nuova, a strettissimo contatto con la natura, per essere anche in qualche modo un insegnamento di vita. La vita in rifugio infatti non è come quella in albergo, magari mancherà qualche comfort, ma la soddisfazione di ogni giornata varrà la pena di qualche piccola rinuncia alle comodità quotidiane.

I ragazzi potranno legare tra loro lontano dalle distrazioni tecnologiche e rendersi conto di tutta la magnificenza della natura.

Su Let’s go! potete anche trovare la vasta scelta che offre Champions Camp. Qui vedrete una vasta scelta di campi estivi organizzati per poter dare ai ragazzi il maggior divertimento possibile.

Si organizzano campi di volley, basket femminile, musica rock, multisport, mountain bike e l’imperdibile Valencia Summer Camp immerso nella bellezza delle Dolomiti del Brenta.

Dopo anni di esperienza gli organizzatori dei Champions Camp hanno sviluppato una filosofia basata sui ragazzi che vede come motore principale di tutti i centri estivi l’educazione. Educazione intesa come responsabilità degli adulti verso i più giovani e la responsabilità di non lasciarli in balia di loro stessi, ma di accompagnarli nell’apprendimento di una convivenza produttiva e soprattutto di insegnare loro il rispetto, inteso come sentimento che da importanza alle persone, all’ambiente ed alle regole.

Ritenuto giustamente fondamentale è il diritto di divertirsi e giocare e lo sport è un ottimo veicolo per beneficiare di un ambiente sano, controllato da educatori qualificati. Inoltre i ragazzi verranno aiutati a “fare gruppo”, qualcosa che non è sempre facile, soprattutto per i più timidi, ma è fondamentale per aiutare tutti ad integrarsi e per imparare altruismo e solidarietà.

Allo stesso tempo i giovani saranno indirizzati nella strada giusta per crearsi una propria indipendenza, per accrescere il senso di libertà e la sicurezza in loro stessi.

Qualsiasi summer camp organizzato da Champions Camp è studiato e ragionato per essere il più efficace, divertente e sicuro per i ragazzi. Insomma una garanzia per una vacanza di successo.

Questi sono solo alcuni dei tantissimi campi estivi che potete trovare su Let’s go!.

Non aspettate oltre e date un’occhiata a tutte le offerte!

Quanto sono importanti le lingue straniere oggi? Come può il mio bambino imparare un’altra lingua? Come si può essere di aiuto nello studio di una lingua?

“Domani, i nostri bambini giocheranno con le lingue” . Questo ideale perseguito da tutti i genitori è tuttavia lungi dall’essere il caso in Italia. Ora sappiamo che le lingue straniere sono molto importanti, indipendentemente dall’uso che ne facciamo. Recentemente, un giornalista americano del Daily Beast ha persino messo in dubbio le ragioni delle nostre difficoltà nell’esprimersi in inglese, sottolineando ragioni culturali e pedagogiche.

Perché gli italiani hanno così tante difficoltà nell’apprendimento e nella padronanza di una o più lingue straniere? Come è possibile risolverlo? Abbiamo intervistato Grazia Torasso, insegnante di inglese, traduttrice di diversi libri sulla genitorialità e Tour Leader internazionale in vacanze studio per bambini e ragazzi.

Perché è importante imparare una lingua straniera?

Oggi più che mai è essenziale imparare almeno una lingua straniera.. Internet e la globalizzazione hanno contribuito ad abbattere i confini tra le nazioni… avere la padronanza di una lingua straniera significa poter rispondere alle sfide che ci pone la società in cui viviamo, che è sempre più interculturale.

Parlare una o più lingue straniere permette di scoprire nuove culture, comprendere meglio la ricchezza della nostra identità culturale, promuove gli scambi e la mobilità internazionale e apre la mente. Dalla mia esperienza di mamma di due bambini bilingui sono sempre più convinta che i bilingui abbiano un bel dono: una maggiore empatia e una capacità di vedere le cose da una diversa prospettiva.

Purtroppo però, pur essendo condivisa da tutti l’importanza e la necessità di conoscere l’inglese o un’altra lingua straniera, i ragazzi italiani posseggono una competenza linguistica e comunicativa inferiore rispetto ai coetanei europei. Questo dato ci deve far riflettere su come imparano a scuola e su che cosa possiamo fare per aiutarli.

Oggi il plurilinguismo è una delle sfide che l’Italia e l’Unione europea hanno intrapreso. Ed è anche una causa globale per la quale i 146 paesi membri dell’UNESCO si sono impegnati attraverso la Convenzione sulla Protezione e la Promozione della Diversità delle Espressioni Culturali. Sono fiduciosa che noi Italiani sapremo cogliere questa sfida ponendo il massimo impegno nell’insegnamento delle lingue straniere. 

Dove, quando, come imparare una lingua straniera?

“Il luogo migliore per l’apprendimento delle lingue straniere è la nazione in cui è parlata quella lingua, ma si possono benissimo imparare gli elementi fondamentali della lingua e la grammatica già a casa o a scuola, a patto che si seguano alcuni criteri. Il bambino deve apprendere nel modo più naturale possibile e deve essere interessato a ciò che sta imparando. 


Sul quando la mia risposta è: prima si inizia e meglio è! Se in famiglia si ha un genitore o un parente che parla una lingua straniera, questi può iniziare a comunicare fin dalla nascita del bambino nella sua lingua materna. Altrimenti si può aspettare che sia la scuola a impartire le prime lezioni in lingua, e per fortuna adesso in Italia si incomincia già in tenera età.

Spesso i bimbi al nido o alla materna hanno la possibilità di intraprendere dei percorsi ludici in lingua straniera, grazie ai quali familiarizzano con i suoni e i primi vocaboli della lingua che poi studieranno in modo più sistematico nella scuola primaria e poi in quella secondaria. Secondo il Ministero della Pubblica Istruzione, ogni alunno deve essere in grado di comunicare in due lingue straniere alla fine del ciclo secondario.

Purtroppo come ho detto prima la realtà è ben diversa. 
 Il modo migliore per imparare la lingua straniera, a mio parere, è quello ludico: l’apprendimento deve avvenire in modo giocoso e piacevole, quindi attraverso cartoni animati, canzoncine, storie e poi giochi di ruolo, dialoghi eccetera”.

Un soggiorno linguistico può aiutare mio figlio a progredire?

“Certamente! Un viaggio di studio linguistico aiuta moltissimo in questo senso. Non solo a progredire nella conoscenza della lingua straniera, ma anche a rilassarsi in relazione alle difficoltà incontrate a scuola e a riconciliarsi con la lingua stessa. Ho lavorato per vari anni come Leader di gruppi in vacanza studio in Inghilterra e posso testimoniare che, in seguito a un soggiorno linguistico, i ragazzi tornano a casa più sicuri di sé e più maturi, oltre che più ben disposti verso l’apprendimento di quella lingua straniera.

Ovviamente un soggiorno linguistico di 2 o 3 settimane, ad esempio durante le vacanze estive, può fare la differenza, purché si scelga la formula più adatta alle proprie esigenze. Agli alunni della scuola primaria e del primo anno della scuola secondaria di primo grado, ad esempio, io consiglio di iniziare con viaggi più brevi, di una settimana o al massimo due, e di soggiornare in un College, che rimane un ambiente più protetto, in cui il leader riesce a mantenere sotto controllo tutti i suoi alunni.

Quando i ragazzini sono un po’ più grandicelli, invece, trovo più efficace affidarsi a un soggiorno più prolungato – almeno tre settimane – con pernottamento in famiglia. In questo modo, l’apprendimento è assicurato da una interazione giornaliera con i membri della famiglia ospitante e, quindi, nell’ambiente naturale per eccellenza. Spesso poi, si instaurano dei bellissimi legami con le famiglie ospitanti e così, grazie a internet, i ragazzi mantengono facilmente i contatti attraverso messaggi di posta elettronica in lingua – altra bella occasione per non perdere l’allenamento e i livelli raggiunti!

Per non parlare delle amicizie che si stringono tra i partecipanti delle vacanze studio! Sono esperienze davvero stupende che rimangono nel cuore per tutta la vita e vanno ben oltre il mero apprendimento dell‘inglese!”.

E tu, cosa farai questa estate?
Scegli un campo estivo in lingua inglese in Italia, oppure parti per il mondo con una vacanza studio all’estero!